È finita da più di una settimana la 91° edizione della sagra paesana e passando per la piazza San Bartolomeo non si vedono più allestiti lo stand, la cucina, la pista da ballo, le giostre e la pesca di beneficenza. Cosa rimane, dunque, della sagra? Ai più piccoli rimane l’ammirazione verso i più grandi che, con soddisfazione, hanno prestato il loro servizio. Ai più grandi rimangono impressi il sorriso, la spensieratezza e la grinta dei più giovani e, in generale, la consapevolezza di essere stati d’esempio. Essere volontario non è sempre facile, ragionare con la logica del “mettersi a servizio degli altri”, accettando la novità e il prossimo non è sempre la prima cosa che ci passa per la testa. Ci vuole pazienza, carità, voglia di incontrarsi e di rimboccarsi le maniche insieme. Qual è quindi il motivo che ci spinge ad essere volontari? La risposta è semplice: il sorriso della nostra comunità! Vedere tutti i nostri compaesani riuniti sotto un unico “tetto” per passare una serata insieme è stata la miglior ricompensa che potessimo ricevere: seduti allo stesso tavolo sono emersi vecchi ricordi e si sono rafforzati i legami. È stato un segno molto importante per noi quest’anno: con i cambiamenti a cui la nostra comunità ha dovuto far fronte, è fondamentale ricordarci di essere famiglia. In questo clima di gioia e soddisfazione, ci teniamo a ringraziare anche coloro che non erano con noi quelle sere ma che hanno comunque contribuito alla buona riuscita della sagra. Un grazie particolare va a don Aldo e don Ivano per il loro sostegno prezioso in queste settimane: quest’anno la nostra festa era anche dedicata a loro affinché conoscessero meglio la nostra comunità.