Quaresima

«Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risorto il terzo giorno secondo le Scritture, e apparve a Cefa e quindi ai Dodici» (1Cor 15,3-4): questa è la prima e originaria confessione della fede cristiana, formulata dall’apostolo Paolo nella sua Prima lettera ai cristiani di Corinto. La Pasqua di Cristo, la sua passione, la sua morte in croce e la sua resurrezione, è il cuore della fede cristiana, ed è per i discepoli del Signore la condizione di possibilità della loro fede: «Se Cristo non è risorto, la vostra fede è vana» ricorda ancora l’Apostolo (1Cor 15,17).

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Gesù entra in Gerusalemme. La liturgia ci ha invitato a intervenire e partecipare alla gioia e alla festa del popolo che è capace di gridare e lodare il suo Signore; gioia che si appanna e lascia un sapore amaro e doloroso dopo aver finito di ascoltare il racconto della Passione. In questa celebrazione sembrano incrociarsi storie di gioia e di sofferenza, di errori e di successi che fanno parte del nostro vivere quotidiano come discepoli, perché riesce a mettere a nudo sentimenti e contraddizioni che oggi appartengono spesso anche a noi, uomini e donne di questo tempo: capaci di amare molto… e anche di odiare – e molto –; capaci di sacrifici valorosi e anche di saper “lavarcene le mani” al momento opportuno; capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti.

 

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