Stiamo vivendo un tempo storico che ci chiede molta responsabilità nel gestire i beni che sono a servizio della vita della comunità cristiana. Infatti le scelte che facciamo nel gestire il nostro patrimonio mostrano quali priorità ci stanno a cuore e spesso rendono visibile la nostra fede a chi è lontano: proprio l’economia può diventare lo spazio per la nostra credibilità davanti al mondo (…).
Art. 1 La comunità parrocchiale e l’amministrazione economica
«In ogni parrocchia vi sia il Consiglio per gli affari economici» a norma del can. 537 del Codice di Diritto Canonico. La comunità parrocchiale è soggetto unitario della pastorale, che si esprime attraverso la presenza e l’attività dei due Organismi di comunione: il Consiglio Pastorale e il Consiglio per la Gestione Economica. I due Organismi sono distinti, ma complementari ed entrambi necessari nell’individuare e nel realizzare il bene della comunità stessa.
Art. 2 Natura e finalità del CPGE
2.1. Il Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica, presieduto dal parroco, è l’Organismo di comunione a cui compete di collaborare con il parroco stesso nell’amministrazione di tutti i beni economici e patrimoniali della comunità cristiana, in quanto espressione della sua storia e strumento per la sua azione pastorale.
2.2. Il CPGE ha carattere consultivo. Questa funzione, lungi dal ridurne il significato e la funzione dei consiglieri chiama ciascuno «non solamente a esprimere un parere tecnico, ma anche a condividere la responsabilità dell’intera vita della parrocchia mediante una corretta e proficua gestione dei suoi beni».
2.3 La gestione economica della comunità non può essere lasciata a un’unica persona. Il CPGE ha la funzione di «collaborazione col parroco, amministratore della parrocchia. Questi, tuttavia, non dovrebbe discostarsi dal parere del CPGE se non per gravi motivi».