Triduo Pasquale

 

Francesco: i giorni del Triduo a casa tra Crocifisso e Vangelo

All'udienza generale dalla Biblioteca Apostolica, il Papa invita i credenti a vivere i riti della Passione e morte di Gesù come "una grande liturgia domestica", guardando la croce di Cristo e meditando sulle parole dei Vangeli
 
 
La "liturgia domestica" nei giorni del Triduo pasquale sarà fatta di due gesti: guardare il Crocifisso e leggere il Vangelo. E' il Papa a indicare in che modo vivere i momenti forti prima della Pasqua in un momento difficile della storia come quello che stiamo vivendo. Un momento in cui tante sono le domande e alcune, dice, riguardano Dio. Francesco nella catechesi all'udienza generale di oggi le esprime così: “Che cosa fa Dio davanti al nostro dolore? Dov’è quando va tutto storto? Perché non ci risolve in fretta i problemi?”. E afferma che il racconto della Passione di Gesù ci aiuta a trovare le risposte.

Anche la gente intorno a Gesù si poneva delle domande su di lui, se veramente lui avrebbe “liberato il popolo dai suoi nemici”. Gesù non corrispondeva alle loro attese, “si aspettavano – dice il Papa - un Messia potente e trionfatore con la spada. Invece ne arriva uno mite e umile di cuore, che chiama alla conversione e alla misericordia”. Di fronte poi alla sua morte tutti lo abbandonano, pensando che quel Gesù non poteva essere il Messia. E Francesco prosegue:

Ma se andiamo avanti a leggere il racconto della Passione, troviamo un fatto sorprendente. Quando Gesù muore, il centurione romano - che non era credente, non era ebreo, era un pagano - , che lo aveva visto soffrire in croce, che lo aveva sentito perdonare tutti, che aveva toccato con mano il suo amore senza misura, dice: "Davvero quest’uomo era Figlio di Dio".

Il centurione dice il contrario degli altri. Qual è allora il vero volto di Dio? In Lui, afferma il Papa, noi proiettiamo quello che noi siamo “alla massima potenza”, ma Dio è diverso e per farsi conoscere “ci è venuto incontro e proprio a Pasqua si è rivelato completamente”.

E dove si è rivelato completamente? Sulla croce. Lì impariamo i tratti del volto di Dio. Non dimentichiamo fratelli e sorelle che la croce è la cattedra di Dio. Ci farà bene stare a guardare il Crocifisso in silenzio e vedere chi è il nostro Signore: è Colui che non punta il dito contro qualcuno, ma spalanca le braccia a tutti, anche a colui che lo sta crocifiggendo; che non ci schiaccia con la sua gloria, ma si lascia spogliare per noi; che non ci ama a parole, ma ci dà la vita in silenzio.

Dunque, osserva Francesco, è "per liberarci dai pregiudizi su Dio che guardiamo il Crocifisso". E poi, suggerisce, "apriamo il Vangelo".

In questi giorni, tutti in quarantena e a casa, chiusi, prendiamo queste due cose in mano: il Crocifisso, guardiamolo; e apriamo il Vangelo. Questa sarà per noi – diciamo così – come una grande liturgia domestica, perché non possiamo andare in chiesa, in questi giorni. Crocifisso e Vangelo.

Gesù non vuole essere frainteso

E’ necessario dunque, dice il Papa, guardare al Crocifisso per capire, ma poi è bene aprire il Vangelo. Lì leggiamo che quando la gente lo vorrebbe proclamare re o i diavoli svelare la sua divinità, Gesù non lo vuole. Perchè?

Perché Gesù non vuole essere frainteso, non vuole che la gente confonda il Dio vero, che è amore umile, con un dio falso, un dio mondano che dà spettacolo e s’impone con la forza.

E’ invece nelle parole del centurione che si rivela la vera identità di Gesù. E’ in quel momento che “si vede che Dio è onnipotente nell’amore, e non in altro modo”.

 

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