Solidarietà ed amicizia

 

Turkson: rafforzare solidarietà e amicizia nel tempo del coronavirus

In un messaggio diffuso nel contesto dell’emergenza per l’epidemia del Covid-19, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale esorta le persone e gli Stati a intensificare la solidarietà

 

Per ciascuna persona, credente o non credente, questo è un tempo propizio per comprendere il valore della fratellanza, dell’essere legati l’uno all’altro in un modo indissolubile; un tempo nel quale, nell’orizzonte della fede, il valore della solidarietà, il quale sgorga dall’amore che si sacrifica per gli altri, “ci aiuta a vedere l’«altro» - persona, popolo, o Nazione - non come uno strumento qualsiasi […], ma come un nostro «simile», un «aiuto» (cfr. Gn 2,18.20), da rendere partecipe, al pari di noi, del banchetto della vita, a cui tutti gli uomini sono egualmente invitati da Dio” (SRS 39,5). Il valore della solidarietà necessita altresì di essere incarnato. Pensiamo al vicino di casa, al collega di ufficio, all’amico di scuola, ma soprattutto ai medici e agli infermieri che rischiano la contaminazione e l’infezione per salvare i contagiati. Questi operatori vivono e indicano a noi il senso del mistero della Pasqua: donazione e servizio.

Già Papa Francesco, nel suo Messaggio sulla Quaresima 2020, ci esorta a contemplare con cuore rinnovato il mistero della Pasqua, mistero della morte e resurrezione di Gesùe di accogliere liberamente e generosamente il suo donarsi: la sua sofferenza fino alla morte come dono di amore per l’umanitàL’abbraccio della sofferenza di Gesù, ci dice Papa Francesco, diviene abbraccio di tutti i sofferenti del nostro mondo, inclusi tutti coloro che sono affetti dal COVID-19. Essi sono oggi l’espressione di Cristo che soffre, e allo stesso modo del mal capitato nella parabola del buon Samaritano, necessitano dall’umanità gesti concreti di prossimità. Le persone che soffrono, sia per il contagio sia per altro, costituiscono un «laboratorio di misericordia», infatti la poliedricità della sofferenza richiede diverse forme di misericordia e di cura.

All’inizio di questo itinerario quaresimale, per molti privo di alcuni segni liturgici comunitari come la celebrazione dell’eucaristia, siamo chiamati a un cammino ancora più radicato su ciò che sostiene la vita spirituale: la preghiera, il digiuno e la carità. L’impegno profuso per contenere la diffusione del Coronavirus sia accompagnato dall’impegno di ogni singolo fedele per il bene più grande: la riconquista della vita, la sconfitta della paura, il trionfo della speranza. Alle comunità maggiormente provate, raccomandiamo di non vivere tutto come una privazione. Se non possiamo riunirci nelle nostre assemblee per vivere insieme la nostra fede, come siamo soliti fare, Dio ci offre l’occasione per arricchirci, per scoprire nuovi paradigmi, e ritrovare il rapporto personale con Lui. Gesù ci ricorda: Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt, 6,6). Quante volte Papa Francesco ci ha invitato a tenere a portata di mano le Scritture! La preghiera è la nostra forza, la preghiera è la nostra risorsa. Ecco allora il momento favorevole per riscoprire la paternità di Dio e il nostro essere figli: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5,20) dice San Paolo, ed è il Messaggio per la Quaresima di quest’anno di cui ci ha fatto dono Papa Francesco. Quale provvidenza!

 

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