La comunità di Taizé un'esperienza concreta per ritrovare l'unità

Frère Roger e la riconciliazione dei cristiani

 

 

Tutto incominciò nel 1940 quando, all’età di venticinque anni, frère Roger (nella foto sopra) lasciò il paese dove era nato, la Svizzera, per andare a vivere in Francia (...). Nel 1945, un giovane uomo della regione creò un’associazione che si faceva carico di ragazzi che la guerra aveva privato della famiglia. Propose ai fratelli di accoglierne un certo numero a Taizé. Una comunità di uomini non poteva occuparsi di ragazzi. Allora frère Roger chiese a sua sorella Geneviève di ritornare a Taizé per averne cura e fare loro da madre. La domenica, i fratelli accoglievano anche dei prigionieri di guerra tedeschi internati in un campo vicino a Taizé. Poco alla volta qualche altro giovane venne ad unirsi ai primi fratelli e il giorno di Pasqua 1949 sette uomini si impegnarono insieme per tutta l’esistenza nel celibato, la vita comune e una gran semplicità di vita. Nel silenzio di un lungo ritiro durante l’inverno 1952-1953, il fondatore della comunità scrisse la Regola di Taizé, esprimendo per i fratelli “l’essenziale permettendo la vita comune”.

(per approfondire: http://www.taize.fr/it_article6555.html)

 

«Frère Roger era abitato da un desiderio di riconciliazione che ha toccato il profondo della sua anima e lo ha portato ad aprire alcune brecce. »

Quel 16 agosto 2005, attaccando Frère Roger mentre pregava con i suoi fratelli e migliaia di giovani, la violenza ha colpito Taizé al cuore della sua vocazione, in quella chiesa il cui nome ricorda la vocazione stessa della comunità: la chiesa della riconciliazione.

Negli anni della mia giovinezza, scriveva Frère Roger, sono rimasto meravigliato nel vedere che pure dei cristiani che vivono di un Dio d’amore utilizzino tanta energia per giustificare le loro separazioni. Allora mi sono detto che era essenziale creare una comunità dove potessimo cercare di comprenderci e riconciliarci sempre, e rendere visibile di questa maniera una piccola parabola di comunione”. Conosciamo il seguito: attratti dalla semplicità della preghiera e della vita comune, colpiti dalla fiducia dei fratelli, decine di migliaia di giovani vengono ogni anno a Taizé per porre le loro domande, manifestare la loro sofferenza, condividere le loro speranze, scoprire che Cristo li ama, imparare a vivere nella comunione della Chiesa e a diventare costruttori di pace.

Così la comunità e i giovani cercano insieme di manifestare la riconciliazione alla quale Cristo ci chiama, tra i cristiani e con tutti gli uomini. I fratelli della comunità non ignorano gli articolati dialoghi teologici né gli incontri ufficiali e spesso significativi tra i responsabili delle Chiese, ma prima di tutto hanno a cuore proporre ai giovani la Buona Novella e alcuni modi per viverla concretamente.

Frère Roger era abitato da un desiderio di riconciliazione che ha toccato il profondo della sua anima e lo ha portato ad aprire alcune brecce. Seguendo un cammino personale e discreto, ha desiderato esprimere umilmente questa esperienza e questa convinzione: Ho trovato la mia propria identità di cristiano riconciliando in me stesso la fede della mie origini con il mistero della fede cattolica, senza rompere la comunione con nessuno”. Alcuni teologi hanno allora arricciato il naso, altri hanno detto che frere Roger non aveva nessun pensiero teologico. Dei responsabili di Chiesa hanno reclamato un’identità ecclesiale ufficiale e, secondo loro, più precisa (...).

(http://www.taize.fr/it_article3821.html)

 

Alcuni canti della comunità

 

 

 

 

 

 

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